Ricordo da M. Guasco

Gli incontri con padre Voillaume lasciavano sempre un ricordo prezioso; penso alle va­rie volte in cui ho concelebrato con lui a Roma presso la comunità delle Piccole sorelle alle Tre Fontane, quando ormai quasi cieco faceva brevi commenti al Vangelo con una preci­sione di linguaggio e una profondità spirituale di rara intensità; o lo scorso anno, quando poté ancora partecipare presso la comunità di Bose alle giornate dedicate a Charles de Foucauld, come un patriarca biblico che con la sola presenza arricchisce ogni momento di dialogo e di preghiera. Nella conclusione del suo volume autobiografico, ricorda i due grandi misteri che hanno dominato tutta la sua vita, il Santissimo Sacramento e Nazareth, la città biblica letta nei suoi due significati, quello di clausura, silenzio, preghiera, lavoro e povertà, e quello di inserimento in un ambiente povero, con la condivisione della vita e del lavoro di tutti.

In tempi in cui siamo travolti dal bisogno di fare, in cui spesso anche noi Chiesa siamo ten­tati dal bisogno di apparire e di contare, ben venga quel supplemento d’anima che la vita di fratel Charles e del suo più grande discepolo, René Voillaume, hanno ispirato al secolo XX.

Maurilio Guasco  [Professore di Storia del Pensiero Politico Contemporaneo]

Vita pastorale – N. 8-9 agosto/settembre 2003

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