Biografia di Charles de Foucauld

[Con accenni alla vita politica, culturale e ecclesiale dell’epoca, vista dall’Italia.]

Prima parte

Tra gioia e noia,

attratto dalla trasgressione.

 

 

Charles con sua madre e sua sorella Marie

1858, 15 set.: Charles Eugène de Foucauld nasce a Strasburgo, in Alsazia. Il padre, François Edouard, visconte de Foucauld de Pontbriand, appartiene a una famiglia di antica nobiltà del Périgord. Tra antenati cavalieri e crociati, c’era stato anche, nella seconda metà del ‘700, un prete, canonico di Meaux, vi­cario della diocesi di Arles, «refrattario» alla Costituzione civile del clero durante la Rivoluzione, assassinato col suo vescovo e cugino, il 2 settembre 1790 a Parigi nella chiesa confiscata dei Carmelitani

1860, 5-6 mag. : Partenza dei Mille da Quarto e arrivo, pochi giorni dopo a Marsala.

1861, 25-27 mar. : Nei due primi discorsi successivi all’unificazione dell’Italia (17.3.1861) in uno Stato laico e tendenzialmente separatista nei confronti della Chiesa, Cavour afferma che Roma doveva diventare la capitale e che è necessario che la Chiesa rinunci al potere temporale, offrendo ad essa la libertà, procla­mando nell’Italia «questo gran principio: libera Chiesa in libero Stato». Ma le trattative con la Santa Sede e con la Francia di Napoleone III per una soluzione pacifica e diplomatica della cessione del Lazio e Roma falli­scono. Il papa si pone sempre più in conflitto col nuovo stato, dal punto di vista dei principi (autorità eccle­siastica contro libertà dell’uomo), della legislazione ecclesiastica di uno Stato autonomo (che non considera più la Chiesa una «società perfetta e superiore» e che assicura uguali diritti a tutti i cittadini contro le immu­nità ecclesiastiche); dal punto di vista delle conquiste territoriali e della fine del potere temporale dei papi. Si apre la cosiddetta «questione romana», peculiare ai rapporti Stato-Chiesa in Italia. «La civiltà cattolica», fondata dai Gesuiti nel 1850, giudicava la rivoluzione italiana «anticristiana e anticattolica»: il suo program­ma era di opporre la civiltà cattolica alla civiltà moderna… Ma una parte del clero e dei cattolici fecero subi­to atto di adesione allo Stato liberale e nazionale. Dopo che il gesuita Carlo Passaglia, consigliere di Cavour nelle trattative con la Santa Sede, venne condannato e esiliato, furono molti i preti che lasciarono.

1864, 13 mar.: La mamma, 34 anni, muore.

9 set.: Muore il padre. Charles e la sorellina Marie, rimasti orfani, vengono affidati prima alla nonna pa­terna, che però muore a 64 anni d’infarto davanti ai piccoli, poi al nonno materno, il colonnello del genio in pensione Charles-Gabriel de Morlet, quasi settantenne.

settembre: Il governo del Regno d’Italia trasferisce la capitale da Torino a Firenze.

dicembre: Pio IX emana l’enciclica Quanta cura, alla quale è annesso il Sillabo, una sorta di catalogo dei principali errori moderni, condannando l’indifferentismo, il razionalismo e il liberalismo, il socialismo e il co­munismo, la teoria della separazione tra Stato e Chiesa nonché le aspirazioni a conciliare Cattolicesimo e li­bertà. L’ultima formula condannata dal Sillabo suonava così: «Il pontefice romano può e deve riconciliarsi e farsi amico con il progresso, il liberalismo e la civiltà moderna». L’unica via per i cattolici-liberali (i «transi­genti») fu una conciliazione di fatto, se non nei principi, in modo da accettare lo Stato costituzionale, ma an­che da garantire la libertà della Chiesa e del pontefice: «cattolici con il Papa, liberali con lo Statuto». Ma più vasto fu il movimento dei cattolici «intransigenti». Sono anni di «laceramento».

1865-73: Lo Stato italiano continua la politica di laicizzazione, fra l’altro con l’introduzione del matrimoni civile (1865); con le leggi che provvedono alla liquidazione delle proprietà ecclesiastiche che diventano demanio statale o fondo per il culto (1866-67); con l’abolizione dell’esenzione dalla leva militare dei chierici (1869); con l’abolizione della facoltà di teologia nelle università (1873) …

1869, 8 dic.: Si riunisce il Concilio Vaticano I, che concluderà i lavori nel luglio 1870, e che definisce dogmaticamente l’infallibilità personale del papa in materia di fede e costumi e un pri­mato anche di disci­plina e di governo su tutta la Chiesa. In una situazione di grave crisi nei rap­porti Stato-Chiesa non solo in Ita­lia, per il rafforzarsi delle tendenze anticlericali e delle spinte alla laicizzazione degli Stati, il Concilio elabora­va principi e definizioni rigidamente antimoderni, con­trari al mondo nato dalla Rivoluzione francese e dal­la Rivoluzione Industriale, accentuando l’accentramento del governo della Chiesa nella Santa Sede. In Fran­cia si rafforza l’«ultramontanesi­mo», ossia l’appello diretto al papa al di là dei monti, scavalcando il superio­re diretto, per es. i ve­scovi, secondo il concordato napoleonico del 1801, confermati dallo Stato e legati allo Stato (cf: «gallicanesimo»). In questo clima di concentrazione del potere della Chiesa universale a Roma, an­che le liturgie particolari, si unificano a quella romana, così come la formazione teologica, gli ordi­ni religiosi sempre più dipendono direttamente dal papa, persino la devozione diventa dappertut­to «di tipo italiano». In Italia in particolare finiscono per prevalere i cattolici «intransigenti», detti anche «militanti», che, nel 1874, danno vita a Venezia all’opera dei Congressi che avrebbe appog­giato il «paese reale» contro il «paese legale».

1870-71: La guerra franco-prussiana, con la disfatta di Napoleone III a Sedan l’invasione della Francia la caduta di Parigi e la cessione alla Germania dell’Alsazia-Lorena, costringe la famiglia di Charles all’esodo da Strasburgo, diventa­ta tedesca. Il colonnello de Morlet, con i ragazzi, opta per la nazionalità france­se. Per la Francia più che una sconfitta militare, fu una vera e propria umiliazione nazionale. Di qui nacque il cosiddetto «revanscismo», che condizionerà per quasi mezzo secolo la politica francese e l’intero equilibrio europeo. Charles non rive­drà più la sua casa e le tombe dei suoi genitori.

1870, 20 set.: Legata alla caduta del Secondo Impero Francese, è la presa di Roma di Pio IX da parte delle truppe dell’Italia da poco unita, con la breccia di Porta Pia. Fine del potere

Pio IX
Pio IX

temporale dei papi. Pio IX, con l’enciclica Respicientes condanna la presa di Roma e rifiuta ogni accordo che fosse lesivo dei diritti della Santa Sede.

1871: Il padre Ramier, fondatore dell’apostolato della preghiera, nel bel mezzo della disfatta suggerisce il voto nazionale della Francia al Sacro Cuore in spirito di riparazione, ma anche in funzione patriottico/nazio­nalista (la festa era stata istituita per tutta la chiesa nel 1856) che sarà espresso ufficialmente nel 1873 con la consacrazione della basilica di Montmartre. [Sul modello della Chiesa cattolica, la Francia s’immaginava non etnica, ma universale…]

Antonio Meucci inventa il telefono, perfezionato pochi anni dopo dallo scozzese Alexander Graham Bell

13 mag.: Legge delle guarentigie in cui il Regno d’Italia s’impegnava, unilateralmente a garantire al papa le condizioni per il libero svolgimento del suo magistero spirituale. Pio IX resta intransigente e con un’altra enciclica respinge la legge, la dotazione annua, ecc., riaffermando diritto della Santa Sede a un Principato ci­vile come indispensabile garanzia alla sua libertà spirituale si ritira «prigioniero» in Vaticano, mentre nell’estate Roma diventa capitale d’Italia. La legge delle G. garantirà comunque i rapporti Stato-Chiesa in Italia fino ai patti Lateranensi del 1929.

28 mar. – 28 mag.: La Comune di Parigi, tentativo rivoluzionario radicale di sinistra dopo la fine di Napo­leone III, viene sconfitto dopo un’esperienza di due mesi e inizia la III° Repubblica, di tendenze, all’inizio, conservatrici.

1872, 28 apr. : Dopo un soggiorno a Berna, stabilitisi a Nancy, fa la prima comunione nella cattedrale di Nancy. Fervore… La cugina Marie gli regala Élévations sur les mystères di Bossuet, che riprenderà durante la sua ricerca religiosa prima della conversione.

E negli anni di liceo a Nancy che Charles perde l’abitudine allo studio regolare, ordinato e ben presto perde la fede.

1873, luglio: Nancy viene liberata dall’occupazione tedesca con grandi festeggiamenti. “L’amore della pa­tria sembra essere stato a Nancy, in quell’epoca, come una religione”: non sarà questa ‘fede patriottica’ a sostituire nell’adolescente la debole fede cristiana?

1874, 11 mag.: La cugina Marie Moitessier (15.8.1850 – 19.3.1934) si sposa con Olivier de Bondy. E il perio­do in cui comincia la crisi dell’adolescente. Iniziano le ‘letture rabbiose‘ con l’amico di liceo Gabriel Tour­des (anticlericali, scettiche, satiriche, illuministe…, da Aristofane all’Ariosto, a Montesquieu e Voltaire.

Charles con dei compagni di scuola (seduto per terra, a destra)

10 set.: Pio IX proclama il «non expedit» (= non giova, non è opportuno) circa la possibilità per i catto­lici di partecipare alla vita politica dello Stato italiano sia come eletti sia come elettori (attenuato in parte da Pio X, 11. 6. 1905, per impedire l’ascesa delle sinistre, venne tolto ufficialmente da Benedetto XV nel 1919, ma già nel 1913 furono presentate candidature cattoliche in forza del cosiddetto patto Gentiloni).

1874-1876: Il nonno avrebbe voluto far di lui un ingegnere, o meglio un ufficiale del genio come lui, ma Charles opta per la vita facile e dichiara di voler entrare alla scuola militare al Saint-Cyr perché l’esame di ammissione è più facile di quello per il politecnico… Deve perciò seguire due anni di preparazione a Parigi, in un collegio dei Gesuiti. Ma si ‘annoia infinitamente‘. Rievoca il secondo anno in una lettera a M. de B. del 17.4.1892: «Credo di non essere mai stato in una così pietosa condizione di spirito. In un certo senso ho fatto più male in altri momenti, ma un po’ di bene era spuntato accanto al male; a diciassette anni ero tutto egoismo, tutto empietà, tutto desiderio del male, ero quasi fuori di senno» a un punto tale che venne espulso, anche se l’espulsione venne velata al nonno con altri motivi. Finirà la preparazione a casa con un precettore.

1875: vengono sintetizzati chimicamente l’aspirina e il DDT.

1876: Ammesso a Saint-Cyr: 82° su 412 concorrenti. Rischia di essere rifiutato alla visita medica per obesi­tà. Vi trascorre due anni, sempre pieni di noia.

Giovane ufficiale.

1877-78 (prima del 3 feb.): Scrive all’amico Tourdes che si “annoia con tutto il cuore. Niente di nuovo a Saint-Cyr. È monotono come l’anno scorso, benché un po’ meno” (. . .), ci sono molte più punizioni, e poi: «È molto triste non poter più leggere come una volta, e non aver altro per ricrearsi che la teoria e infami opere di fortificazione, di artiglieria, ecc. Tutto questo ha sapore di barbarie; infine, tra circa quaranta giorni ci ritroveremo e potremo parlare di cose meno grossolane …» . In un’altra lettera ribadisce la sua noia; si vede condannato necessariamente ad essere solo e  comun­que non è e non sarà mai felice!

1878, 3 feb.: Muore il nonno. A venti anni Charles è completamente solo e padrone di un immenso pa­trimonio. Con l’amico Tourdes rievoca gli anni spensierati di Nancy e la dolcezza dell’intimità della famiglia, ormai perduta…

20 feb.: Viene eletto papa Vincenzo Gioacchino Pecci (1810-1903) col nome di Leone XIII.

Papa Leone XIII

E più conci­liante del predecessore Pio IX rispetto alla questione romana ed anche rispetto alla politica repubblicana francese.

15 giu. : Da Saint-Cyr scrive all’amico: «Ci annoiamo più che mai e ci annoiano più che mai»

2 ago.: Scrive all’amico che gli ha chiesto se lasciando Saint-Cyr deve ridere o piangere: «… bisogna ridere, e terribilmente, e furiosamente, è spaventoso: tu non immagini che inferno è Saint-Cyr, che paradiso tro­verò in campagna e a Saumur…».

1 ott. : Alla fine del corso a Saint-Cyr, Charles risulta 333° su 386 e guadagna ‘la sciabola e gli speroni’, viene, cioè, promosso sottotenente di cavalleria.

15 nov.: Entra nella scuola di cavalleria di Saumur. Insofferente della disciplina, decide godersi la vita, e si abbandona ad ogni sorta di stravaganza ed eccessi. Divide la stanza con Antonio di Vallombrosa futuro marchese de Mores (che verrà massacrato dai Tuareg). Gli presta grosse somme. Non ritira lo stipendio, gio­ca forte e sperpera l’eredità. Benché agli arresti, esce travestito da barbone, viene riconosciuto mentre sta mendicando.

1879: Pasteur scopre il principio della vaccinazione.

Estate: Scrive all’amico Gabriel della sua pigrizia, anche per scrivere, poi: «D’altronde perché scriverti, se non ho nulla da dirti? Passo la mia vita nel modo più monotono del mondo: molto a cavallo, talora in vettu­ra, mai a piedi; raramente nei miei appartamenti se non quando sono agli arresti; stanchezza del corpo. Mente intontita; mai si apre un libro. Questa è la nostra vita e queste sono le sue conseguenze. Ancora 6 settimane di questa vita e poi sarà finita».

novembre: Charles esce dalla scuola di Saumur 87° su 87.

Lo statunitense Edison inventa la lampadina a filamento incandescente sotto vuoto.

Con l’enciclica Aeterni Patris Leone XIII ripropone ufficialmente il tomismo.

1880: Assegnato al 4° reggimento Ussari a Sézanne, si fa trasferire nella cittadina di Pont-à-Mousson, che gli sembra meno insopportabile. Continua in una vita disordinata, ostenta legami con donne leggere, orga­nizza feste notturne…, tanto che viene successivamente sfrattato da diversi alloggi. Scrive all’amico di liceo come sia ‘incantato’ dal paese.

Dicembre: Il suo reggimento, divenuto 4° Cacciatori d’Africa è inviato a Sétif (Algeria): è il primo incontro con l’Africa. Charles porta con sé una donna presentandola ufficialmente ai superiori come moglie.

1881: É l’anno in cui la Francia stabilisce il protettorato in Tunisia.

É anche l’anno delle ricognizioni francesi nel Sahara. Una di queste, la missione Flatters, il 16 febbraio, vie­ne attaccata e massacrata dai Tuareg nell’Hoggar. I sopravvissuti al massacro, morirono di fame e sfinimento nel cammino di ritorno: 1500 km! Tra i feriti, una ventina si salvarono grazie all’interessamento di una don­na Tuareg, Tarichat, che impedì che fossero finiti e li curò.-. Episodio raccontato da Laperrine a Foucauld per invogliarlo ad andare dai Tuareg … La fine della missione Flatters, di cui si seppe il 2 aprile, portò in seguito al suicidio il geografo Duveyrier, che l’aveva informata e sostenuta…

20 mar. : Scoperto l’inganno della donna con la quale Charles vive, il colonnello gli ordina di rompere il legame o lasciare il reggimento. Non cede e viene messo «in non attività per ritiro di servizio per indisciplina aggravata da cattiva condotta noto­ria». Charles si ritira con la donna a Évian.

Maggio: Venendo a sapere che il 4° Ussari e impegnato in un’azione militare, scrive al ministro della guerra e chiede la reintegrazione.

22 giu. : Riammesso nell’esercito, sbarca ad Orano e inviato a combattere la rivolta della tribù marabutica degli Ouled Sidi Cheikh guidata da Bou Amama, capo carismatico e politico, uomo di Dio e di ‘guerra santa’, nella zona di El Abiodh-Sidi Cheikh. partecipa ad otto mesi di campagna, dimostrando di non essere da meno dei combattenti arabi, e non solo un ‘letterato festaiolo’, come dirà Laperrine (si conoscono in questa campagna, insieme all’ufficiale-interprete Motilinsky), ma un eccellente ufficiale, sopportando le prove più dure, pagando sempre di persona prendendosi cura dei suoi uomini e facendosi amare. Terminata la campa­gna, inviato a Mascara non sopporta la vita di caserma. In battaglia ha scoperto gli avversari, gli Arabi, e co­mincia già a studiarne la lin­gua.

2 ott. : Racconta il suo ‘affare di donne’ all’amico di liceo e gli parla della spedizione ‘molto divertente’. «La vita di campo mi piace così come vita di guarnigione mi riesce sgradevole: non è dire poco. Spero che la colonna durerà molto tempo; quando sarà finita cercherò di andare altrove dove ci si muove ; se non riesco, non so molto quello che farò, ma in nessun caso voglio più condurre la vita di guarnigione» ama troppo il pericolo e l’ignoto!

1882, gennaio: Attirato dal mondo arabo, assetato di grandi spazi, chiede una licenza per fare un viaggio nelle oasi più a sud e studiarle. Gli viene rifiutata.

28 gen. : Essendo terminati i primi cinque anni di ingaggio, si dimette dall’esercito (rimanendo nella ri­serva, con l’obbligo di istruzioni annuali) e si stabilisce ad Algeri, dove si prepara a qualche viaggio avventu­roso.

18 feb. : Dà all’amico di liceo la notizia delle dimissioni per un mestiere ‘noioso in tempo di pace’ e che ha preferito andarsene subito: « … a che serve tirare avanti ancora per qualche anno, senza scopo, una vita in cui non trovo alcun interesse; mi piace di più approfittare della giovinezza viaggiando; in questo modo almeno mi istruirò e non perderò tempo». Vorrebbe andare in Oriente, cominciando dal raggiun­gere l’Egitto attraverso tutto il Nordafrica… insieme all’amico di feste de Morès, al quale presta una somma ingente, ma si vuole preparare, sta già studiando l’arabo, poi vuole libri per ogni paese che attraverserà, soprattutto di storia antica. Vive già all’araba… Si decide poi per un’avventura solitaria: un viag­gio di esplorazione del Marocco, paese chiuso agli Europei e in particolare ai cristiani, descritto come perico­loso. I parenti, allarmati, gli fanno nominare un curatore giudiziario. Charles comincia a vivere con una pic­cola somma e come uno studente povero, si paga lezioni di arabo e ebraico, storia , geografia, studiando in­tensamente dalle 7 del mattino a mezzanotte!

1883, 10 gui. : A casa di un rabbino – Mardoccheo – di origine marocchina, che gli farà da guida, si trave­ste lui stesso come un rabbino proveniente da Mosca e scampato dai recenti pogrom, che viaggia alla ventu­ra. Subito sperimenta il disprezzo verso gli ebrei nell’Algeria dei Francesi, come il sentirsi dare subito del tu…..Gli ebrei algerini, risalenti ai tempi dei cartaginesi-romani, erano i più ‘indigeni’ degli ‘indigeni’.

13 gui. : Arrivato a Tlemcen, ancora in Algeria, stanco, si accoccola per terra per mangiare pane e olive. Passa un gruppo di suoi ex commilitoni, nessuno lo riconosce… Testimonieranno che uno di loro fa notare ai colleghi che quel piccolo ebreo ha l’aria di una scimmia… . Si noti che era un periodo di forte anti­semitismo e, in più, gli ebrei ‘indigeni’ d’Algeria facevano parte del popolo conquistato! Foucauld è forzato a conoscere la loro situazione dal di dentro! Fin d’ora farà l’esperienza di essere uomo rifiutato, esposto, vul­nerabile, umiliato (cf, in seguito, la sua attenzione privilegiata alla Fuga in Egitto).

20 gui. 83 – 23 mag. 84: Esplorazione del Marocco. si tratta di un’autentica spedizione scientifica densa di pericoli e incognite, vissuta in estrema povertà. Per tutto il tempo condivide il disprezzo inflitto agli ebrei, come l’essere salutato da un’ingiuriata, da sassate, o il togliersi i sandali attraversando una città; e se­guirà i suoi compagni nelle sinagoghe, imitando i loro atteggiamenti di preghiera. Ma beneficia anche dell’ospitalità sacra dei musulmani verso gli stranieri, che gli vale anche la protezione della vita, e, so­prattutto, incontra uomini per i quali Dio conta più di tutto, per i quali a Dio si deve l’adorazione e
un’obbe­dienza incondizionata. Non dimenticherà mai più l’esperienza di fede e di fraternità di ebrei e musulmani.

14 ago. : All’inizio dell’avventura scrive al cugino George Latouche descrivendogli Fez e aggiungendo ap­prezzamenti sulla guida, il rabbino Mardoccheo, pigro, che si lamenta ora del sole, ora dei sobbalzi della mula, o dell’acqua, o del cibo, e in città, sono le pulci o le cimici: «Tutti questi piccoli dettagli possono essere a volte duri da sopportare, ma non aveva che da lasciarmi in pace a Algeri per viaggiare con me».

6-17 set. : Raccomandato da un notabile di un’altra città, arriva a Bou-el-Djad, dove regna Sidi Ben Daoud, che accoglie i due con grande deferenza nella sua zaouia. Il nipote, Sidi El Hadj Edris, coetaneo di Charles, simpatizza con lui, lo visita spesso e lo invita a pranzo dal padre… Sidi Edris gli mostra il paesag­gio, gli da informazioni … e nella conversazione gli fa capire che ha capito chi è … In realtà aspetta appoggio dai Francesi in funzione anti-sultano… Gli consegna anche una lettera per il console di Francia, rischiando lui la testa se fosse scoperta… Infine Charles si confessa senza dirlo a Mardoccheo, e la fiducia diventa recipro­ca, gli dice che il suo viso gli aveva fatto supporre subito che fosse cristiano e lo aveva fatto spiare dagli ebrei, che avevano confermato i suoi sospetti…, ma lui l’aveva difeso…Sarà lui stesso a fargli da scorta per la città seguente, dandogli tutte le spiegazioni possibile e immaginabili su storia e geografia.

13 nov. :Notte commemorativa della discesa del Corano [o meglio delle prime rivelazioni attraverso l’angelo Gabriele a Maometto, quelle riportate nella Surat 96. E la cosiddetta Notte del Destino = leila el-Qedr, celebrata tra il 26° e il 27° giorno del Ramadan: ‘Notte del Destino è più bella di mille mesi. Vi scendo­no gli angeli e lo spirito, col permesso di Dio’ a fissare ogni cosa. Notte di pace fino allo spuntare dell’aurora’ (Corano 97, 3-5)). Scrive nei suoi appunti pagine poetiche, intrise di religiosità islamica e in qual­che modo ‘profetiche’: «Arrivo così fino allo qsar: mi appare tutto intero, con le sue case di terra bianca so­vrapposte a terrazze ai piedi della parete lucente della montagna, le cui rocce levigate luccicano con questa bella notte. La luna, che brilla in mezzo al cielo senza nubi, getta un chiarore dolce; l’aria è così tiepida, non l’agita un soffio di vento. In questa calma profonda in mezza a questa natura incantata, raggiungo il mio pri­mo alloggio del Sahara. Si comprende, nel raccoglimento di notti simili, quella credenza degli Arabi a una notte misteriosa , leila el qedr, nella quale il cielo si dischiude, gli angeli scendono sulla terra; le acque del mare diventano dolci e tutto quello che c’è d’inanimato nella natura s’inchina per adorare il suo creatore»

1884: In Francia vengono varate leggi sulla libertà d’associazione sindacale, viene introdotto il divorzio e il Senato diventa completamente elettivo…

28 gen. : Di passaggio in una città dove risiede il console francese, può scrivere alla sorella inquieta che farà di tutto per tornare al più presto, ma dopo aver compiuto l’itinerario previsto fino in fondo: «Quando si parte dicendo che si va fare una cosa, non bisogna tornare senza averla fatta»

12 mag. : Sulla via del ritorno vive uno degli episodi più critici: due delle tre guide lo buttano giù dal caval­lo (avanzava davanti per non farsi vedere prendere appunti), gli rubano soldi e oggetti interessanti e tengo­no prigioniero, minacciandolo di morte: «Strana situazione di sentire per un giorno e mezzo agitare la pro­pria vita o morte da così pochi uomini e non poter niente per la propria difesa. Non c’era affatto da agire; ero senza armi»

Dopo il 23 mag. : Torna ad Algeri e riprende la vita disordinata di prima vi incontra una giovane di ventitré anni e fa progetti di matrimonio.

17 giu. : va prima a Parigi, quindi in campagna, nel castello della zia, signora Moitessier, dove ritrova an­che la cugina Marie, sposata de Bondy. Intelligente, buona, religiosa, che gli vuole bene senza fargli pesare il passato. Charles si sente attratto dalla sua serenità; gode la sua amicizia. Ritrova la gioia dell’intimità della famiglia e una testimonianza che lo salva.

1885: Vengono realizzate in Germania le prime automobili a motore a scoppio: Il distillato del petrolio che serve da combustibile, prende il nome da uno dei costruttori dell’auto, Carl Friedrich Benz.

24 apr. : L’esploratore-geografo Duveyrier manda alla Società di Geografia di Parigi una rela­zione sull’esplorazione e le scoperte (aveva visto il manoscritto); dice tra l’altro che il giovane Fou­cauld ha deciso e tenuto fede sino alla fine ‘assai più che a un voto di povertà e di miseria‘.

Estate: Dopo un nuovo soggiorno in Francia, rinuncia al progetto di matrimonio con una giovane né nobile né ricca e nata protestante, sconsigliato dalla cugina e da tutta la famiglia e forse anche per amore dei viaggi e della scienza.

settembre – gennaio 86: Ricognizione solitaria (senza travestimenti), con due cammelli, due cavalli e un domestico arabo, nel Sud algerino e nel Sud tunisino, dal Sud-oranese a Gabès, per conoscere i ‘punti di ras­somiglianza’ con il Sahara marocchino. E un viaggio importantissimo per scoprire da vicino la fede del Islam. Ne riporta 134 schizzi. Da Gabès s’imbarca per la Francia, andando a riposare a Nizza dalla sorella.

18 nov. : Scrive all’amico: le ragioni del suo viaggio nel Sahara algerino-tunisino e la sua intenzione di stabi­lirsi ‘definitivamente’ a Parigi: «Definitivamente, tu sai come dobbiamo intendere questa parola: sia­mo troppo filosofi noi due per figurarci che al mondo c’è qualcosa di definitivo». Pensa a prossi­mi viaggi da preparare bene imparando il disegno, l’inglese, perfezionandosi in arabo, e pensa al soggiorno a Parigi reso ‘piacevole’ dalla ‘presenza di parenti che amo molto’ (allusione a M.d.B).

1886: Il Sant’Uffizio proclama non solo l’inopportunità ma il divieto per i cattolici italiani di partecipare alle elezioni politiche.

Febbraio: Cambiato, smagrito, si stabilisce a Parigi per preparare il volume la relazione del viaggio in Ma­rocco, in base agli appunti, alle rilevazioni, agli agri schizzi presi clandestinamente. Ci mette più di un anno.

Lavori della “Ricognizione del Marrocco”

Ritrova la famiglia, in particolare la cugina Marie de Bondy, e riprende gusto «alla virtù». Affitta un appar­tamento nella stessa zona. Vive all’araba. Colpito dalla fede dell’Islam, cerca Dio. Legge il libro di Bossuet re­galatogli per la prima comunione… Entra in chiesa senza cre­dere, ma ripete una «strana invocazione: ..Mio Dio, se esisti fa’ che ti conosca”». Intanto «un’anima bella… agiva ma in silenzio…». Cercherà un ‘prete istruito’ per lezioni di religione cattolica, così come aveva cercato un ‘thaleb’ per l’arabo (l’arabo classico del Corano! Rievocazione fatta 11 anni dopo, nel ritiro di Nazareth, 8 novembre 1897.

Chiesa Saint Augustin – Parigi

«Mi sono trovato con persone molto intelligenti, vir­tuose e cristiane, mi sono detto…che forse quella religione non era assurda»

Fine ottobre: Nella chiesa di s. Agostino incontra don Huvelin in­dicatogli dalla cugina. “Chiedevo che mi desse qualche lezione di religione, ed egli mi fece inginocchiare e confessare, quindi mi mandò, seduta stante, a ricevere la Comunione“. La sua vita cambia radicalmente.

 

 

 

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seconda parte

Una ricerca senza sosta.

Per Charles de Foucauld, il mese di Ottobre del 1886 è ricco di eventi, spesso rievocati in seguito nei suoi scritti. Una lunga serie di circostanze contribuiscono ad avvicinarsi a D. Huvelin che sarà lo strumento del suo incontro con Dio.

Nei mesi successivi Charles si recherà spesso da D. Huvelin, intrattenendosi ogni volta a lungo con lui. A partire da quel momento D. Huvelin diverrà per lui “il padre” e tale resterà fino al 1910, anno della sua morte, a Parigi.

Don Huvelin

D’altro canto, Marie de Bondy sarà per Charles realmente la seconda madre, lei che lo ha generato alla fede e che da tempo aveva sostituito, affettivamente, la madre naturale.

Penosa ricerca…

“Non appena credetti che c’era un Dio, compresi di non poter fare altro che vivere solo per Lui; la mia vocazione religiosa risale allo stesso momento della mia fede: Dio è così grande ! Vi è una tale differenza tra Dio e tutto ciò che non è Lui…

Terminato intanto il lavoro per l’edizione del suo libro: “Ricognizione del Marocco”, Charles dispone ora di più tempo per sé e pensa di preparare altre esplorazioni. D. Huvelin invece vuole assolutamente mandarlo in pellegrinaggio in Terra Santa affinché questo “geografo” possa mettersi sulle tracce di Gesù.

Alla fine del 1888 si imbarca quindi per la Terra Santa e vivrà un pellegrinaggio a modo suo, in solitudine. Per Natale è a Betlemme poi si dirige a Gerusalemme. All’inizio del 1889 arriva a Nazaret. Qui Charles scopre quel Dio che ha camminato tra gli uomini come uno di loro.

Le strade di Nazaret diventano “luogo di rivelazione” per conoscere la via per seguire il “divino operaio”. L’aristocratico Charles, l’esploratore famoso è colpito, proprio per contrasto, dalla banalità e dalla semplicità che deve essere stata la vita di Gesù a Nazaret. Convertirsi, per lui, vorrà dire capovolgere ciò che è stato finora per ricercare l’ultimo posto. Per vivere questa intuizione di Nazaret cosa bisogna fare veramente? Ritorna in Charles lo spirito innato del rischio, l’esploratore di nuove piste e, perché no, l’impellente attrazione verso gli estremi limiti in tutto.

Dopo lunga riflessione e scambi con D. Huvelin fa un breve tentativo presso i monaci di Solesme, ma Charles è attirato da una trappa di nuova fondazione in Siria di cui D. Huvelin gli ha parlato. Lo attira soprattutto l’estrema povertà che la caratterizza. Al termine di un ritiro presso i Gesuiti di Clamart è deciso: sarà trappista. È la fine di Novembre 1889.

Sette anni alla Trappa (1890 – 1896)

Charles prende del tempo per salutare tutti, poi il 15 Gennaio 1890 sarà il giorno che più di

Abbazia di Notre-Dame des Neiges

ogni altro marcherà la sua vita; è il distacco, ha allora 35 anni. I primi sei mesi li vive a Notre Dame des Neiges,

…poi ad Akbès in Siria fino al Settembre 1896. Ciò che emerge, rileggendo gli avvenimenti di questo lungo periodo della sua vita, è che ad Akbès Charles non può realizzare il suo ideale intravisto per le strade di Nazaret. Eppure era difficile immaginare una Trappa più povera di quella di Akbès.

Il 2 Febbraio 1892 pronuncia i primi voti con il nome di fr. Alberico: si sente felice! Ma già alla fine dello stesso anno cominciano le sue perplessità. All’inizio del 1893 affiora per la prima volta una questione che lo coinvolge fino alle midolla: è mai possibile che non ci sia nessuna anima o gruppo di anime nella Chiesa che pensi a vivere nell’umiltà della piccola vita di Nazaret.
Il 1894 trascorre apparentemente nella pace ma Nazaret continua a stimolare le sue meditazioni e la sua preghiera quotidiana. Nel 1896 fr. Alberico rinnova i voti ma desidera, in modo crescente, la vita di Nazaret. Scrive in merito a D. Huvelin al quale aveva già comunicato della sua “ricerca” attraverso diverse altre lettere. D. Huvelin, il 15 giugno 96, risponde immediatamente : “…al punto in cui si trova penso che possa…, anzi che debba confidarsi con qualcuno, poiché nella sua anima si sta producendo una divisione dolorosa, e lei non vive più nel luogo in cui si trova”.

Non appena Charles riceve la lettera fa immediatamente un passo ufficiale per chiedere di lasciare la Trappa. Nel suo entusiasmo scrive su un semplice foglio di carta una prima regola per coloro che sarebbero venuti a vivere con lui: la regola si intitola: “Congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù”.

Il 2 Agosto 1896 D. Huvelin gli scrive un’altra lettera in cui scongiura il suo figlio spirituale a rimettersi nelle mani dei suoi superiori, ma…non cerchi di attirare dei compagni dietro di lui :
Si, la sua lettera mi fa male, figlio mio! Pensavo che avrebbe ancora atteso,…insomma, si metta a disposi­zione dei superiori, ma soprattutto, non fondi nulla! Oh, le sono proprio vicino; prego per lei con tutta l’ani­ma. Faccia vedere la mia lettera, figlio mio! “

            Nell’Ottobre 1896 fr. Alberico è inviato dai Trappisti per un periodo di riflessione a Staouéli vicino ad Al­geri. Al termine del mese di “ripensamento”, viene inviato a Roma per 2/3 anni di studi. Nel Gen­naio 1897 ottiene il permesso di lasciare la Trappa. Sul suo quaderno si legge: “Il Padre generale mi annuncia che la volontà di Nostro Signore è che io lasci l’Ordine per seguirlo nell’abiezione e nella povertà

Il 17 Febbraio si imbarca per la Terra Santa su consiglio di D. Huvelin:

            “Si, mio caro figlio,…preferisco Cafarnao o Nazaret per lei, o un convento di francescani – non nel convento, ma solo alla sua ombra – chiedendone soltanto un aiuto spirituale, e vivendo della povertà…alla porta;…ma non pensi di raccogliere altre anime attorno a sé, né soprattutto di dare loro una regola”.

Eremita a Nazaret : (1897 – 1899)

All’arrivo a Nazaret, Charles viene riconosciuto da un Francescano che lo manda dalle Clarisse. Esse lo accolgono sulla base delle sue raccomandazioni. Charles chiede di vivere

La capanna nel giardino delle Clarisse

all’ombra del convento, nella capanna degli attrezzi del giardino.

 

Ora può vivere veramente la vita di Nazaret. Ma si tratta di una vita e di uno stile che lui stesso si costruisce, attraverso dei modelli dettati dalle sue ispirazioni interiori, ed alla luce delle quali legge la vita di Gesù, come “si immagina” sia stata vissuta dal “divino operaio”. Dovrà tanto purificare questi suoi tentativi e queste ispirazioni del momento!

In tutto questo periodo Charles vive comunque in continuo fermento spirituale alla ricerca di un modello perfetto della “vita di Nazaret”,…ancora tutta da costruire! Sarà un tempo intenso di preghiera e di grazie, di tentazioni e di purificazione. Un tempo che darà chiarezza all’orientamento della sua vita, che, come si vedrà, non sarà, mai definitivo! Charles resterà sempre aperto agli eventi ed allo Spirito che crede di cogliere attraverso di essi.

Ricerche…e tentazioni

a) Una prima tentazione sorge dalla sua eccessiva radicalità: pensa seriamente ad uno stile di “vita di Nazaret” orientato a “chiedere l’elemosina”, non solo per sé ma anche per sostenere le Clarisse, specie quelle di Gerusalemme, che versano in serie difficoltà economiche. D. Huvelin lo scoraggia invitandolo a continuare a Nazaret nel lavoro e nella contemplazione, come ha, così be-ne, iniziato presso le Clarisse.

b) All’inizio del 1898 sente il “bisogno impellente di fare qualche cosa”. È la tentazione dell’azione, dell’efficienza…Riaffiora il suo spirito di esploratore, il bisogno di fare, di realizzare, di rendersi utile, di lavorare per il bene delle anime…Non scarta a questo proposito neanche la possibilità di ritornare nella Trappa, perché è convinto che nei paesi musulmani, non si può cooperare meglio all’opera di Dio che fondando delle Trappe…Ma, ancora una volta, è D. Hu­velin che lo dissuade e lo sprona a continuare a Nazaret, dov’è!

c) L’8 luglio 1897, Charles è incaricato di recapitare una lettera importante al convento di Gerusa­lemme. Sta pochi giorni e ritorna a Nazaret. Ma in un secondo viaggio, la Madre Elisabetta, che governava il convento di Gerusalemme, pensa a quale grande dono sarebbe per il convento l’avere Charles vicino, magari come consigliere spirituale! Gli propone di dargli accoglienza e, se vuole, con la possibilità di accogliere dei compagni attorno a lui. Attraverso le proposte di questa donna eccezionale ma altrettanto dominatrice, si scatena una terza tentazione nella vita di Charles.

Resta alcuni mesi a Gerusalemme poi rientra a Nazaret; ma passerà diversi mesi in preda a tor­menti interiori, fantasie, visioni strane, domandandosi in continuazione: “fino a quando, Signore ?”.

Maggio 1898 : è l’apice della tensione e delle difficoltà. Si susseguono progetti di fondazioni varie, appare sempre più impellente il bisogno del sacerdozio per “fare” il bene delle anime; l’idea di aiutare spiritualmente le clarisse lo seduce, così come il desiderio sempre più vivo di usare un abi­to che sia “segno visibile” di ciò che vive dentro. Alla fine di Maggio la tempesta interiore che ave­va sballottato Charles per sei mesi, si placa, ed è la pace !

d) Altri due scogli si frappongono alla totale pacificazione interiore di Charles. Ma è ancora osses­sionato dal pensiero che “altrove sarà meglio”.

É scosso da un fortissimo desiderio di “auto-affermazione” attraverso una “abnegazione” e “pietà” straordinarie e uniche. Pensa allora di dedicarsi ad un lavoro umile e nascosto in un ospe­dale. Ma più di ogni altra cosa riprende forza l’idea di fondare, questa volta “Gli eremiti del Sacro Cuore”.

Infine, la sua impulsività lo porta ad imbarcarsi in un affare economico, per l’acquisto di un terreno sul Monte delle Beatitudini, dove poter dar inizio alla vita eremitica.

Tutto (la Trappa, Gerusalemme, l’ospedale, il Monte delle Beatitudini), si rivelò un’esperien­za di “fuga”, un “altrove” del Nazaret senza gloria che stava vivendo!

Nella sofferenza e attraverso la sua stessa fragilità, Charles scopre che la “sovrana efficacia” di Na­zaret non è nel “fare”, ma nella perseveranza ad un’apparente inutilità, come il nascondimen­to e la morte del seme nella terra, è la via per far germogliare una nuova vita.

1900: Charles si prepara al sacerdozio. Viene ordinato il 9 Gennaio 1901 a Viviers e vive un perio­do di ricerca e di attesa per discernere dove esercitare il suo servizio sacerdotale.

Verso Giugno è colto da un impulso irresistibile, come tante volte nel passato: si sente invia­to in missione e verso i più bisognosi. Il 2 Settem­bre prende il battello per Algeri, non trovando chi sia più bisognoso del suo servizio, che gli abitanti del deserto sahariano. Su quel battello inizia un nuovo orientamento della sua vita, ed una nuova luce sulla “vita di Naza­ret” comincia il lungo cammino:

dalla separazione “come eremita”,

alla prossimità ed ugua­glianza

con la gente come “fratello universale”.­

 

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terza parte

Un radicamento anomalo.

 

Il banchetto ai poveri – A Beni-Abbès

Poco dopo il suo arrivo ad Algeri, né riparte il 15 ottobre 1901, e raggiunge Beni-Abbès il 28 ottobre, solo prete in un raggio di 400 chilometri di deserto. Beni-Abbès era stata  occupata dall’esercito solo otto mesi prima dell’arrivo di Charles de Foucauld e le indefinibili frontiere col vi­cino Marocco non erano affatto “pacificate”. Nessuno poteva viaggiare senza lasciapassare né sen­za scorta militare.

In quel periodo Beni-Abbès era un’oasi di sei o settemila palme, alla cerniera tra il deserto di pietre e quello di sabbia, abitata da berberi, da arabi, da schiavi, o lavoratori figli di schiavi neri, da alcuni commercianti spagnoli e ebrei, oltre alla guarnigione composta di 700-800 soldati france­si[1]. Arrivato a cavallo con un ufficiale, Charles celebra la prima messa nella guarnigione il 29 otto­bre, si mette subito a costruire con l’aiuto di alcuni soldati, il suo eremo, che chiama la Fraternità del Sacro Cuore. La cappella è terminata il 30 novembre e il 1° dicembre, esattamente quindici anni prima della morte, vi celebra la prima messa.

Colpito dal fenomeno “vergognoso” della schiavitù, tollerata, se non favorita, dalle autorità militari, scrive lettere indignate ai superiori ecclesiastici, ad amici e parenti influenti, religiosi e laici, per ottenere che una simile ingiustizia venga estirpata definitivamente. Il 9 gennaio 1902 riscatta il primo schiavo, e ne riscatterà altri in seguito.

Il pensiero del Marocco gli è sempre presente, e Charles chiede all’amico comandante Lacroix (che gli aveva ottenuto il permesso per Beni-Abbès), di fargli trovare i mezzi per un passaggio “discreto” in Marocco.

Il 7 maggio 1902, in uno scontro presso Tit, al centro dell’Hoggar, i Francesi sconfiggono per la prima volta i Tuareg. Due anni dopo Charles raccoglierà una poesia tuareg che canta questa famosa battaglia e il grande coraggio del Tuareg tre volte ferito e tre volte rialzato.

Padre Guérin, Prefetto Apostolico del Sahara, parte in febbraio per la sua prima visita pastorale del Sahara e raggiungerà fr. Charles a Beni-Abbès alla fine di maggio 1903, per Pentecoste.

Ai trappisti che, come p. Yves Rocher di Stauéli, anche senza conoscerli personalmente, pensa pronti a seguirlo, Charles scrive una lettera in cui presenta con precisione tutte le condizioni della famiglia religiosa in progetto.

«…Noi agiamo in famiglia, a cuore e cielo aperto, in tutta semplicità fraterna e franchezza. Dica bene loro che, oltre a quello che si chiede ordinariamente ai postulanti, cioè: la buona volontà di praticare del loro meglio le costituzioni e i regolamenti, chiedo alle pietre prime di questo piccolo edificio tre cose: 1° essere pronti ad avere la testa tagliata; 2° essere pronti a morire di fame; 3° obbedirmi, nonostante la mia indegnità, finché non siamo un certo numero e possiamo fare un’elezione (che spero mi sostituirà con uno migliore di me e mi rimetterà all’ultimo posto che merito)»

Padre Guérin sosta a Beni-Abbès dal mattino del 27 maggio alla sera del 1° giugno, lunedì di Pentecoste. I due si intrattengono soprattutto sui metodi di relazione e apostolato dei musulmani e Fratel Charles annota nel diario le raccomandazioni del suo “vescovo”.

Il primo richiamo dei Tuareg

Dal mese di marzo 1903 il comandante Laperrine, che sta compiendo il primo viaggio verso il profondo Sud del Sahara, nell’Hoggar (Ahaggar nella lingua dei Tuareg), vedendo in Charles de Foucauld un eccellente collaboratore, gli invia lettere invitanti per persuaderlo ad andare con lui. L’amico prima resiste, poi si lascia conquistare e a sua volta fa di tutto per convincere padre Guérin della bontà della scelta… visto che il Marocco non si apre.

Il 4 agosto 1903, dopo il lungo pontificato di Leone XIII,  che aveva cercato il “ralliement” con la repubblica laica francese, viene eletto papa Pio X, e la sua maggior intransigenza

Pio X

rispetto al predecessore, porterà al radicalizzarsi della crisi col governo francese, che diventa sempre più anticlericale. Non sarà senza conseguenze anche per i progetti di fondazione di Charles de Foucauld.

In attesa del viaggio, previsto a partire dal 6 settembre, evidentemente pericoloso, il 14 agosto Charles redige il testamento indirizzando il plico al cognato Raymond de Blic (vi apporrà delle aggiunte significative in seguito, nel 1911 e 1914).

Il 28 agosto 1903, padre Guérin invia al Prefetto della congregazione Romana di Propaganda Fide la domanda perché fratel Charles possa celebrare la messa senza assistente cristiano e si fa garante del confratello, facendone gli elogi e raccontando a brevi tratti la sua vita. Ma il permesso non verrà accordato.

Charles si lascia sempre “guidare dagli avvenimenti” e avvenimenti imprevisti, ossia un altro combattimento tra militari e Beraber marocchini con 50 morti e più di 40 feriti, nei pressi di Taghit a centodieci chilometri a nord, fanno accorrere Charles al galoppo (e senza scorta!) in soccorso dei feriti. Perde perciò la prima occasione di partire (da solo sarebbe stato impossibile, per mancanza di piste, necessità di guide, equipaggiamento e autorizzazione militare). Si convince che è bene rinunciare al progetto e restare a Beni-Abbès.

Appena si presenta, pochi mesi dopo, un’altra opportunità, nonostante la “ripugnanza estrema”, sente la stessa spinta invincibile a lasciare Beni-Abbès. Parte il 13 gennaio 1904 per raggiungere Laperrine e prendere accordi. Un militare gli regala una tenda per celebrare la messa lungo il cammino. Arrivato il 1° febbraio ad Adrar, viene ospitato da Laperrine, che lo informa sui Tuareg dell’Hoggar, il gruppo più importante e più guerriero, il più ostile verso i cristiani, quello che aveva massacrato la missione Flatters nel 1881. Da Adrar raggiunge il villaggio di Akabli, un crocevia di carovane, per prepararsi e cominciare a studiare la lingua dei Tuareg (con un Arabo che lo parla). S’impegna immediatamente a tradurre i Vangeli e poi a trascrivere nella lingua tuareg alcune frasi o risposte pronte all’uso, come “Questo cuore scritto sul mio vestito, c’è perché io mi ricordi di Dio e degli uomini”.

La spedizione, col comandante Laperrine, tre ufficiali, 72 soldati, un civile, parte il 14 marzo 1904 da Akabli. Al momento di partire, su consiglio di padre Guérin, Charles sceglie un nome col quale Arabi e Tuareg lo possano designare: si chiamerà Abd-Isa, diminutivo di Servo di Gesù[2].

In una sosta a Tinef, il 17 maggio, giorno della festa di San Pasquale Baylon, usando il solito metodo di di­scernimento, l’esametro di Quintiliano (quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando), scrive sul diario, alla voce “quid,” che non si tratta più di cercare di “preparare il nido”, come a Beni-Abbès, ma di vi­vere pregando e lavorando “come Gesù a Nazareth”. Alla voce “quomodo”,aggiunge: “Silenziosamente, di nascosto come Gesù a Nazareth, oscuramente, come Lui, ‘passare sconosciuto sulla terra come un viaggia­tore nella notte’… poveramente, laboriosamente, umilmente, con mitezza, facendo come Lui, ‘transiens bene faciendo’, disarmato e muto dinanzi all’ingiustizia come Lui, lasciandomi, come l’Agnello divino, tosare e immolare senza far resistenza né parlare, imitando in tutto GESÙ a Nazareth e GESÙ sulla Croce…”.

Il 26 maggio, credendo venuto il momento di fissarsi in un posto, ne chiede il permesso a Laperrine, che, dopo qualche giorno di riflessione glielo negherà. Nel frattempo, sostando a Tit, Charles  fa progetti precisi…, tanto da far dire a Gesù: “Oggi e in avvenire, se lo puoi, va’ a stare…in queste rocce simili a quelle di Betlem­me e di Nazareth, in cui hai la perfezione della mia imitazione e insieme quella della carità; per ciò che ri­guarda il raccoglimento, è l’amore che deve raccoglierti in me interiormente,  e non l’allontanamento dai miei figlioli: vedi me in loro come io a Nazareth e vivi accanto a loro, perduto in Dio”.

Non potendo, per ora, restare, per la diffidenza dei Tuareg, oltre che per la prudenza dei militari, il 15 giu­gno 1904 Charles lascia la spedizione Laperrine e continua col tenente Roussel per tornare verso Nord, fer­mandosi nei vari villaggi dell’Hoggar. In tutto percorrerà 5000 chilometri, quasi tutti a piedi!

Da tempo il governo francese proibiva proselitismi e nuove fondazioni, per di più il 4 luglio 1904 il Senato aveva votato, oltre alla confisca dei beni, la soppressione di migliaia di conventi, chiudendo oltre 2000 scuole gestite da religiosi. Il 30 luglio si giungeva alla rottura delle relazioni con la Santa Sede (durata diciassette anni).  In questa situazione, per Charles era impossibile ricevere ufficialmente compagni. Si accontenterebbe di uno solo, che venga a titolo di “giardiniere” o inserviente… Nell’ottobre dello stesso anno i Trappisti, temendo l’espulsione anche nell’Algeria metropolitana, chiuderanno Stauéli: gran parte di loro troverà rifugio in Italia (e sarà la decadenza), mentre alcuni, come p. Jérôme, si secolarizzeranno, restando in Algeria come preti diocesani.

Il 12 dicembre, finito ormai il viaggio verso Sud, Charles raggiunge i Padri Bianchi a Ghardaia (padre Gué­rin gli è venuto incontro a una giornata di cammino!). Vi rimane circa sei settimane per riposarsi, fare il ritiro anticipato del 1905, sistemare gli appunti presi  in  viaggio su possibili fondazioni di Padri Banchi…

Scrive intanto, per la prima volta, ad una giovane donna di Lione,Suzanne Perret[3], per avere un sostegno di preghiera e di offerta.

Il generale Hubert Lyautey (1854-1934), che rivolgeva i suoi interessi al Marocco (e vi entrerà nel 1912), co­mandava la divisione d’Ain-Sefra dall’ottobre 1903. Non aveva mai incontrato de Foucauld, ma era amico di suo cugino Louis e del cognato Raymond de Blic. Forse interessato dalle conoscenze di Charles, passa a Beni-Abbès 36 ore e la domenica 29 gennaio 1905 assiste alla messa nella “fraternità”. In seguito  racconterà:

“Abbiamo cenato insieme, con gli ufficiali, il sabato, nella ridotta. Dopo cena fu messo un fonografo che tirò fuori canzoni montmartresi. Guardavo Foucauld, dicendomi, ‘uscirà’. Non uscì, rideva perfino. L’indomani, domenica, alle 7, gli ufficiali ed io, assistemmo alla messa nell’eremo. Una catapecchia, quell’ere­mo! La sua cappella, un miserabile corridoio a colonne, coperto di cannicci! Per altare, un asse! Per decora­zione, un pannello di cotone con un’immagine di Cristo,

Il Cristo dipinto da fratel Carlo

dei candelabri di latta[4]! Avevamo i piedi nella sab­bia. Ebbene!, non ho mai visto dire una messa come la diceva Padre de Foucauld. Mi credevo nella Tebaide. È una delle più grandi impressioni della mia vita”.

É messo in guardia sui pericoli del Sahara, ricordandogli la sorte dell’amico Antoine de Morès, che era stato collega di Charles a Saint-Cyr e soprattutto alla Scuola di Cavalleria di Sau­mur (1878-79),  massacrato l’8 giugno 1896 nel deserto dalle guide Tuareg.

In Francia si susseguono le chiusure dei conventi, e la libertà d’insegnamento per le scuole primarie è soppressa.

Torna presto l’appello di Laperrine per una nuova spedizione nell’Hoggar guidata dal capitano Dineaux. Charles esita, ma questa volta è p. Guérin, dopo aver consultato in Francia don Huvelin il 19 aprile, che gli scrive, per telegramma militare: “Saremmo propensi ad accettare l’invito, lasciandola libero di considerare l’opportunità secondo le circostanze”. Charles scrive subito a Laperrine pregandolo di scrivergli se è bene partire e se fa ancora in tempo.  Quando arriva il telegramma del comandante, Charles (il 3 maggio 1905)  si è già messo in cammino approfittando di un’occasione insieme a Paul Embarek…

Solo con i Tuareg –  Tamanrasset

            Il 22 luglio 1905, in marcia verso l’Hoggar, Charles inizia un nuovo taccuino, il Carnet di Tamanrasset e  fa parlare così la sua “patrona” Maria Maddalena: “Gesù ti ha stabilito per sempre nella vita di Nazareth …. Prendi come obiettivo la vita di Nazareth, in tutto e per tutto, nella sua semplicità e nella sua ampiezza…: niente vestito particolare – come Gesù a Nazareth; non meno di otto ore di lavoro al giorno – come Gesù a Nazareth. In una parola, in tutto: Gesù a Nazareth”. Conclude: “La tua vita di Nazareth può essere condotta dappertutto: vivila nel luogo più utile al prossimo”…

Sceglie Tamanrasset, perché è uno dei villaggi più poveri e isolati. Musa Ag Amastane,

Moussa ag Amastane, eccezionalmente con il volto scoperto.

il giovane capo delle tribù (“amenokal”) dell’Hoggar, incontrato il 25 giugno, gliene ha dato il permesso.

Arriva l’11 agosto e comincia a costruirsi un’umile casetta. Il 3 settembre la colonna Dineaux riparte e rimane solo con Paul Embarek, che considera catecumeno e che, per i pochi  mesi che gli resterà vicino, gli permetterà di celebrare la messa come unico assistente. Rimane tra i Tuareg, a tre mesi di deserto dalla residenza di padre Guérin, senza risorse, senza altra protezione che la parola data da Musa. Padre Guérin gli scrive: “La considero come ‘consegnato alla grazia di Dio’ e pongo tutta la mia fiducia nel divino compagno di strada al quale si è consegnato”[5].

Non è il momento di mandare missionari: il 9 dicembre il Senato francese ratifica la ”legge di separazione” tra Chiesa e Stato, che comporta l’abrogazione del Concordato, l’incameramento dei beni della Chiesa, compresi gli arredi sacri, sequestrati a volte con interventi della polizia. Vengono chiusi i seminari, le suore insegnanti sono sostituite da insegnanti laici e quelle ospedaliere da infermiere laiche. Diversi monasteri e conventi emigrano all’estero. I cattolici che resistono alle confische sono imprigionati. Charles viene via via informato dai Trappisti e da p. Guérin. Pio X reagirà ben presto al governo anticlericale francese con due successive encicliche: Vehementer nos  e  Gravissimo officit.

Per farsi aiutare con metodo scientifico alla ricerca linguistica, Charles invita a Tamanrasset l’amico Motylinski, specialista d’arabo e di berbero, che ha incontrato nel 1881 e 1885 nel Sud Oranese.

Il 3 giugno 1906, Pentecoste, quando ormai Paul Embarek lo ha lasciato e ha vissuto un periodo di grande solitudine, con rare occasioni di ricevere posta, accoglie con gioia a Tamanrasset il linguista Motylin­ski[6], col quale lavora intensamente tre mesi. Ripartiranno insieme verso Nord il 12 settembre.

Dal 12 settembre1906  al luglio 1907, Charles fa un lungo giro: risale a Beni-Abbès e quindi ad Algeri. Lo  scopo è  raggiungere il noviziato dei Padri Bianchi a Maison-Carrée e trovarvi un fratello per Tamanrasset. Effettivamente il 10 dicembre parte con lui, accompagnandolo fino a Beni-Abbès (dove passano il Natale) e a In Salah, il giovane fratello Michel (1883-1963), che però non resiste alle fatiche del viaggio, alla frugalità del cibo del deserto, al regolamento stretto. Il 7 marzo 1907 lo dovrà lasciare. Charles prosegue il lungo viaggio di ritorno da solo.

Motylinski nel frattempo muore di tifo e Charles lo viene a sapere mentre si trova ad In Salah.

Scrive al prof. René Basset della Facoltà di Lettere d’Algeri, per dirgli che prenderà il po­sto di Motylinski per continuare da solo il lavoro linguistico sulla lingua dei Tuareg. E non perde tempo: du­rante la traversata del deserto verso l’Hoggar, seguendo una colonna militare dove si trova un buon interpre­te,  s’impegna a farsi recitare poesie tuareg e a trascriverle: riesce a  raccogliere ben 6000 versi!

Lungo il cammino può anche celebrare grazie ai soldati francesi. Ma a Tamanrasset sarà di nuovo solo e senza Eucarestia. Non è questione di poco conto, ma ora non ha più dubbi: resterà nonostante tutto.

Tornato a Tamanrasset da solo il 6 luglio 1907, Charles trova la popolazione più calorosa e accogliente. Ma è tempo di fame nera e non può fare a meno di cominciare a distribuire le sue riserve di grano. Ma due nuove realtà gli si fanno presenti. Una è l’insediamento stabile di militari nella zona dei Tuareg e quindi l’apertura alla penetrazione araba e francese. L’altra è la riforma politico-religiosa che Musa Ag Amastane, “intelligente, ambizioso, musulmano fervente e praticante”, anche lui convertito da poco, ha intenzione di mettere in atto, cercando di fare di Tamanrasset la “capitale” del suo “regno musulmano”[7]: è la grande contraddizione!

Dalla partenza dei militari, il 4 luglio 1907, al 1° febbraio 1908, fr. Charles  può celebrare solo occasional­mente. Per sei mesi non riceve posta. Ma resiste: vuole stare con i più abbandonati e lontani. Immagina an­che che uno scrittore cattolico di fama, come René Bazin, possa scrivere un libro “attraente e di facile lettu­ra”, per sensibilizzare l’opinione pubblica francese rispetto ai suoi doveri di evangelizzazione e promozione umana nei confronti dei popoli colonizzati.

Da quasi due anni non piove. In un paese dove i poveri vivono quasi solo di latte, non c’è neppure quello: “Le capre sono asciutte come la terra e le persone come le capre”. Sarà il periodo dell’estrema desolazione: rimane senza nessuna riserva di viveri, non vede un francese da mesi, per più di sei mesi non riceve posta…

In questi primi giorni dell’anno dei suoi cinquant’anni, stremato dalle fatiche e dalla denutrizione, Charles si ammala. Ma il giorno che ricorda il suo “più grande sacrificio”[8], il 15 gennaio, risponde in tono vigoroso all’invito di padre Guérin di pubblicare i testi linguistici sotto il suo nome.

Il 20 gennaio 1908 è sfinito al punto di sentirsi morire. Scrive nel taccuino: “Sono malato, costretto ad inter­rompere ogni lavoro. Gesù, Maria, Giuseppe, a voi dono la mia anima, il mio spirito, la mia vita”. Per la pri­ma volta, con i Tuareg, sperimenta la reciprocità dell’amicizia. Musa ag Amastane avverte Laperrine, mentre altri vanno a cercare “tutte le capre che abbiano un po’ di latte in questa terribile siccità, in un raggio di quat­tro chilometri[9]. Gli salvano la vita! Ma per tutto il mese deve osservare il riposo assoluto.

Il 31 gennaio gli arriva la notizia del permesso (ottenuto dai Padri Bianchi dalla viva voce del papa, senza documenti scritti) e Charles il 1° febbraio può finalmente celebrare l’eucarestia, anche se è il solo cristiano nel raggio di 600 chilometri di deserto: è il suo “Natale”.

Fin dai tempi di Beni-Abbès fr. Charles ha intuito l’importanza della presenza di laici evangelizzatori, pronti soprattutto a vivere il Vangelo nella loro esistenza di tutti i giorni, al modo di Priscilla e Aquila, la coppia di collaboratori di Paolo (cf. Rm 16,3; 1 Cor 16,19; 2 Tm 4,19; At 18,26). A Tamanrasset l’intuizione si precisa, visto anche l’arrivo, in seguito alla “pacificazione” francese, di commercianti arabi di una tribù di “marabutti”, che, oltre a vendere a prezzi esorbitanti, diffondono un islamismo integrista, mentre commercianti francesi si spingono sempre più a Sud solo per sfruttare e smerciare alcool[10]….

Durante il ritiro del settembre 1907, per la prima volta gli era venuto in mente di dare inizio a una vera e propria associazione, con spirito e organizzazione propria, come scrive a padre Guérin il 1° giugno 1908. Pur continuando a cercare un compagno prete, d’ora in poi  dedicherà tutte le sue energie al progetto dei “Priscilla e Aquila”.

Alla ricerca di Priscilla e Aquila.

            Ha un progetto dettagliato di una specie di terz’ordine di laici sotto il nome di “società” o “associazione” fatta di “Priscille dei due sessi”. Esprime successivamente l’esigenza per l’Hoggar di un uomo che vi consacri almeno quindici anni di studio della letteratura, sociologia, storia, archeologia tuareg; poi di insegnanti francesi e di una donna araba per fare imparare la tessitura; quindi di  un commerciante francese onesto che venda senza fare usura; e anche di operai…

Mirando principalmente all’associazione laica da mettere in piedi, fratel Charles compie un primo viaggio in Francia. Parte da Tamanrasset il giorno di Natale 1908 e attraversa il deserto, si ferma ad Algeri e sbarca a Marsiglia il 17 febbraio 1909, per la prima volta dopo il 1901. Arriva a Parigi il 18 e rivede la cugina Marie dopo diciannove anni. Incontra di persona Louis Massignon[11], col quale ha cominciato un’importante corrispondenza, e tra il 20 e il 21 febbraio passa con lui una notte d’adorazione nella basilica di Montmartre. Presenta quindi la prima redazione dello statuto e regolamento dell’associazione al vescovo di Viviers mons. Bonnet, che lo approva verbalmente e il 7 marzo s’imbarca per Algeri.

Anche questa volta, le lunghe, monotone marce nel deserto sembrano non affaticare fr. Charles, che, nei tratti in cui non incontra accampamenti o villaggi, si fa sostenere da un “mistero tanto caro”, la fuga in Egit­to, di cui fa il suo “modello nei viaggi e nella lontananza”. In quest’occasione, per vincere il senso di vuoto, occupa il tempo facendo un ritiro. Dopo una buona sosta a Beni-Abbès, dove celebra la Pasqua, rientra a Ta­manrasset l’11 giugno 1909.

Dal 31 agosto al 12 settembre Charles visita con Laperrine villaggi e accampamenti in un raggio di 120 chi­lometri e torna a Tamanrasset per la prima volta senza scorta. In settembre scopre l’Assekrem, un altopiano circondato da picchi e rocce di rara bellezza. L’8 settembre scrive a Massignon per proporgli il lavoro lin­guistico, archeologico, sociologico, storico dei paesi tuareg, un lavoro che potrebbe durare trent’anni… e lo potrebbe fare come “prete in incognito”. Intanto i suoi studi sulla lingua tuareg proseguono senza sosta: ha finito la traduzione delle poesie tuareg,

Dassin, poetessa

ha in cantiere, oltre ai proverbi, testi in prosa e la grammatica, la composizione del lessico tuareg, poi verrà il dizionario tuareg-francese… Ora non rimpiange più il tempo che vi dedica, perché lo ritiene una componente indispensabile dell’evangelizzazione.

Dal 1909 viene organizzato un servizio postale, che dal marzo 1910 diventa più o meno quindicinale.

Il 1910 è un anno di vuoti. Muore di tifo e di sfinimento a trentasette anni padre Guérin, dopo essere (con le distanze e durezze del deserto) a prendersi cura della comunità di El Golea, disastrata dopo lunghi giorni di pioggia fine che ha fatto crollare diverse case. Costretto a tornare a Ghardaia, vi arriva il 3 marzo percor­rendo i 220 km. di deserto in cinque giorni. Si mette a letto il 9 e  spira all’alba del 19 marzo… Charles viene a sapere della morte del Prefetto Apostolico e amico il 14 aprile, lo stesso giorno in cui apprende la morte di un altro amico, Lacroix.

Don Huvelin muore il 10 luglio 1910. Alla notizia, che gli giunge il 15 agosto, fr. Charles dirà: ”Ci si sente soli al mondo… come l’oliva rimasta sola in cima al ramo, dimenticata dopo la raccolta[12]. Nel novembre suc­cessivo anche Laperrine,  trasferito in Francia, lascia il Sahara e non tornerà prima della morte dell’amico. Ed è un altro vuoto.

Nel 1911 Charles de Foucauld intraprende un secondo viaggio in Francia, partendo da Tamanrasset il 2 gennaio e rientrandovi il 3 maggio. Nel mese passato in Francia, rivede i parenti, molti amici, fa visita a No­tre-Dame des Neiges e si occupa soprattutto del suo progetto d’associazione. Durante il viaggio di ritorno, sostando in marzo ad Algeri, sceglie padre Voillard, assistente del superiore generale dei Padri Bianchi mons. Livinhac, come direttore spirituale al posto di don Huvelin.

All’arrivo a Tamanrasset il 3 maggio è commosso dall’accoglienza amichevole dei Tuareg.

A un Trappista interessato alla sua vita, scrive una lettera destinata ad essere letta da altri: sarà la lettera che ispirerà in modo particolare p. Albert Peyriguère[13] negli anni ’20.

Il 5 luglio 1911 Charles sale al nuovo eremo dell’Assekrem, nel cuore del massiccio dell’Hoggar, a 2700 metri, insieme a Ba Hamu, segretario di Musa Ag Amastane, come

Hoggar

informa­tore-interprete, sia per lavorare più alacremente alla lingua, sia per entrare in relazione più profon­da con i nomadi allevatori che sono andati a cercare pascoli sulla montagna, data l’estrema siccità. Si tratta di Tuareg di una tribù vassalla, “bravi come i più bravi contadini francesi”, che Charles sti­ma perché laboriosi e buoni, al contrario dei nobili, dediti o alle razzie o all’ozio. Vi fa anche le pri­me rilevazioni  altimetriche e meteorologiche.

Il 13 dicembre 1911, sul punto di lasciare l’Asekrem prima del previsto, essendo lui e il suo “informatore” Ba Hammu  affaticati dopo cinque mesi di lavoro intenso e cibo scadente, Charles redige un nuovo testamento, indirizzato al cognato Raymond de Blic. In esso precisa: “Desidero essere seppellito nel luogo stesso dove morrò, e riposarvi fino alla resurrezione. Proibisco che si trasporti il mio corpo e che lo si tolga dal luogo dove il buon Dio mi avrà fatto terminare il mio pellegrinaggio”. Chiede di avvertire, in caso di morte, mons. Bonnet, vescovo di Viviers, e “due amici incomparabili”: Gabriel Tourdes, “amico d’infanzia” e Henri Laperrine.

Rientrato a Tamanrasset il 15 dicembre, constata le conseguenze della siccità: “… il latte e la carne mancano da 20 mesi… Molti si nutrono esclusivamente di radici selvatiche…”.  Alla cugina, inquieta per le notizie della guerra Italo-Turca iniziata in ottobre per il possesso della Libia, risponde che la guerra santa predicata dai Turchi e diffusa tra gli Arabi della Tripolitania, non tocca i Tuareg “tiepidi musulmani”, che, del resto gli danno vere consolazioni e con alcuni dei quali ha “vere e serie relazioni d’amicizia[14].

Louis Massignon al Cairo – 1909

Spera sempre che Massignon lo raggiunga…

Il 30 marzo 1912 un accordo internazionale pone la maggior parte del Marocco sotto la protezione della Francia: il 30 aprile Lyautey sbarca a Casablanca.

Nel mese di ottobre Charles congeda il suo “informatore di Tuareg” Ba Hamu, avendo ormai concluso il la­voro di base e dovendo ormai solo correggere e copiare[15].

Tra gli amici veri c’è il giovane Uksem, Ag Chikat che, dopo un’adeguata preparazione, nel 1913 Charles porta con sé nel terzo viaggio in Francia, per “istruirlo” e familiarizzarlo con la realtà francese. Incontra quindi, ancora una volta, tutte le persone che possono interessarsi alla sua “Unione”.

Partiti da Tamanrasset il 28 aprile, vi rientrano il 22 novembre: “un lungo periodo trascorso lontano dalla mia parrocchia e dai miei parrocchiani; parrocchiani musulmani, ma dei quali ci si deve tanto più occupare quanto meno conoscono la verità“. Charles ha in progetto un altro viaggio per il 1915, ma la guerra lo impe­dirà e non vedrà più la Francia.

Il 30 giugno incontra a Lione con p. Crozier. Joseph Hours, presente al colloquio, commenta: “Fondamen­talmente il Sig. de Foucauld mi sembra aver perduto l’abitudine della parola, della conversazione e della di­scussione. È diventato un meditativo del tutto silenzioso”. Il 2 settembre Charles manca un appuntamento con Massignon e questi vi scorge il segno che le loro sorti divergeranno. Nel corso di un nuovo incontro a Lione, p. Crozier dà a Charles una lista di ventisei persone che aderiscono all’associazione. A questo punto Massignon gli scrive che ha deciso di fidanzarsi (con la cugina Marcelle Dansaert), acconsentendo ai desideri della famiglia e d’accordo col direttore spirituale. Charles prende atto con serenità del progetto.

Durante il cammino di ritorno verso Tamanrasset, Uksem non può fare a meno di constatare la durezza del deserto nei confronti della Francia…

La Germania dichiara guerra alla Francia, il 3 agosto 1914. Il 20 agosto 1914 le truppe tedesche invadono il Belgio neutrale. Quello stesso giorno muore papa Pio X e il nuovo papa, Benedetto XV, viene eletto il giorno in cui, il 3 settembre, la notizia della guerra arriva a Tamanrasset.

Tempi di guerra.

Il 24 ottobre 1914 Charles aggiunge un foglietto al suo Testamento, ripetendo: “Voglio essere seppellito nel luogo dove morrò; sepoltura molto semplice, senza cassa; tomba molto semplice, senza monumento, sormontata da una croce di legno”. Le sue volontà non verranno, in realtà, rispettate.

Nel giugno 1915 delle truppe senussite (appartenenti a una setta religioso-politica di origine libica, che predica la guerra santa contro gli occidentali) occupano Ghat, nel Sud-Ovest del Sahara libico, alla frontiera col Sahara algerino, a Nord-Est di Tamanrasset, e cacciano via gli Italiani, che vi abbandonano armi e munizioni[16].

Non c’è amore più grande amore.

Il 1° gennaio 1916, mentre continua alacremente i lavori di lingua e tiene i contatti con gli amici, Charles inizia un nuovo taccuino in cui annota ogni giorno un breve pensiero sul Vangelo, uno su un passaggio dell’Imitazione di Cristo e uno sul santo del giorno secondo il calendario liturgico di Roma . L’11 giugno, Pentecoste, prosegue annotando qualche versetto del Vangelo di Luca. Interromperà gli appunti il 21 giugno, poco prima di lasciare la casetta dove vive, un po’ in disparte, da undici anni.

Charles rimpiange di non essere al fronte con gli altri, non sa ancora che anche il Sahara sta diventando, a suo modo, un campo di battaglia. Il 6 marzo trecento uomini ar­mati di fucili e cannoni italiani assaltano il forte di Gianetta, alla frontiera con la Libia, a Nord-Est di Taman­rasset, e lo conquistano dopo diciotto giorni d’assedio. Quando il 7 aprile arriva la notizia, si diffonde subito la paura tra i Tuareg e i militari dell’Hoggar, perché ormai sembra che i Senussiti abbiano “via libera”.

Dopo aver letto un articolo di René Bazin, famoso scrittore cattolico, apparso sull’Écho de Paris il 22 genna­io 1916, Foucauld gli scrive per congratularsi e ne nasce uno scambio di lettere sulla missione tra i musulma­ni.

Il 21 giugno Charles interrompe le brevi  annotazioni sul Vangelo di Luca, perché si prepara a lasciare la sua casetta  e stabilirsi a un chilometro di distanza, più vicino al villaggio, sulla riva destra dell’uadi Taman­rasset.

Nell’agosto dell’anno precedente, ha cominciato a costruire una casbah, sul modello di quelle scoperte e disegnate tanti anni prima in Marocco. Si tratta di residenze fortificate con un pozzo all’interno, che funzionano da abitazione, rifugio, magazzino. Gliene era venuta l’idea pensando ai più poveri del villaggio, quelli che, non avendo cammelli, non possono andare lontano e che, fin dal 1914, sono esposti a due minacce: i razziatori marocchini ad ovest e ad est i ribelli senussiti. Per farsi una sorta di alloggio all’interno del fortino, Charles non esita a smantellare il vecchio eremo per recuperarne anche travi, porte e finestre. Ora è questo il suo eremo, simile ai “conventi fortificati e alle chiese fortificate del decimo secolo”.

Bordj di Tamanrasset nel 1950

Vi si trasferisce il 23 giugno 1916, benché il fortino non sia terminato. E lì continua a copiare in bella copia le poesie tuareg: ne ha trascritte già 600 pagine.

Il 9 agosto arriva a Tamanrasset la notizia della disfatta dei Francesi alla frontiera libica e che i Senussiti marciano verso l’Hoggar. Fino a metà settembre si susseguono allarmi e  notizie contraddittorie. La casbah viene dotata di nuove fortificazioni in modo da servire di rifugio, in caso di attacco e di evacuazione del forte Motylinski, anche ai soldati (i lavori finiscono la sera del 15 novembre). In quest’occasione gli vengono affidate “14 carabine e 2 casse di cartucce”. Ciò che grava sulla gente, oltre alle minacce armate, è l’angoscia della fame.

Il 28 novembre 1916 Charles termina la copia delle poesie tuareg: gli restano da copiare per la pubblicazione i testi in prosa e la grammatica. Ben presto, spera, avrà più tempo di uscire per vedere la gente… Lo stesso giorno scrive alcune lettere che partiranno con il corriere del 2 dicembre. Vennero ritrovate, insieme alle lettere del 1° dicembre, tutte affrancate e pronte per la posta, il 21 dicembre, venti giorni dopo la morte di Foucauld, durante la prima ricognizione del fortino saccheggiato, da parte del capitano de la Roche.

La sera stessa del 1° dicembre 1916 Charles de Foucauld veniva ucciso, nel corso di un assalto al fortino, da una banda isolata di Tuareg alleati a dei Senussiti libici.

Era venerdì, il 1° venerdì del mese, e l’intenzione di preghiera per quel dicembre era la conversione dei musulmani. Poco dopo di lui, venivano uccisi successiva­mente tre cammellieri arabi[17]

Nel taccuino di pensieri quotidiani, iniziato il 1° gennaio 1916, il 18 gennaio aveva scritto:

 

 18 gennaio. Vite dei santi – Catene di San Pietro a Roma

Dio costruisce sul nulla.

È con la sua morte che Gesù ha salvato il mondo;

è con il niente degli apostoli che ha fondato la Chiesa;

è con la santità e nel nulla dei mezzi umani

che si conquista il cielo e che la fede viene propagata.

 

[1]  In questo contesto parlerà di se come Fratello universale, espressione che risale esclusivamente a questo periodo 1901-1902

[2] Charles tornerà a Beni Abbès nel gennaio dell’anno successivo. Si noti che, dal 1904 alla morte nel 1916, Foucauld percorrerà 25.000 chilometri di deserto quasi tutti a piedi!

[3] Suzanne Perret (1874-1911), segnata dalla povertà e dalla malattia, era discepola dell’abbé Antoine Crozier (1850-1916). Crozier, grande maestro spirituale, dopo aver passato alcuni anni nel “Prado”, aveva infatti riunito attorno a sé, in maniera informale, persone che volessero dedicarsi a una vita di fede profonda e di offerta. Per loro aveva scritto alcuni libri di consigli spirituali, tra i quali Excelsior, e uno di loro, l’abbé Veyras del Seminario Maggiore di Nîmes (in contatto con Notre-Dame des Neiges), lo inviò nel 1903 a Foucauld. Trovandovi espresse le sue convinzioni profonde, si mise in contatto con l’autore, che incontrò in seguito nei suoi viaggi in Francia nel 1911 e nel 1913, e iniziò a corrispondere con alcuni suoi discepoli, tra i quali appunto Suzanne Perret, che subito offrì le sue sofferenze a fr. Charles, come gli scrisse. Charles ricorderà in seguito l’anniversario della sua morte, il 17 giugno, come risulta dalle ”date anniversarie intime”.

[4] In realtà erano di legno dipinto.

[5] Guérin permette anche di avere il Santissimo senza lampada, visto che, per olio e stoppini di riserva per un anno, ci vorrebbero “quaranta o cinquanta giornate di cammello”… .

[6] Adolphe de Calassanti-Motylinski (1854-1907), interprete militare, che Charles aveva conosciuto nel 1881 a Mascara, ritrovato nel 1885 a Ghardaia e rivisto poi a Parigi.

[7] Musa non riuscirà nel suo intento per la situazione di siccità, la necessità di allontanarsi, e per i successivi avvenimenti della guerra.

[8] Il giorno in cui si staccò dalla famiglia per partire alla Trappa, il 15 gennaio 1890.

[9] Padre Guérin gli scriverà anche: “Temo più lei, caro amico, di quanto tema i Tuareg. Le chiedo perciò insistentemente, caro amico, di approfittare per lei, e non soltanto per distribuirli  agli altri, dei viveri che le sono inviati dall’affetto dei suoi amici…”

[10] In altre occasioni sono certi militari che fanno “arrossire” fr. Charles, come la colonna venuta da Tobuctù che si scontra con Laperrine ai pozzi di Timiaouin nell’aprile 1904. Siccome ha saputo che “fanno razzie, saccheggiano, maltrattano, rubano al loro passaggio” e sembrano “rapinatori, banditi, filibustieri”,annota nel diario. “dopo aver fraternamente stretto loro la mano all’arrivo, partirò domani senza dir loro addio, perché non voglio venire a patti con queste infamie” e aggiunge: “Temo che questo grande impero coloniale conquistato da qualche anno, che potrebbe e dovrebbe partorire tanto bene, bene morale, vero bene, sia attualmente per noi nient’altro che causa di vergogna, ci dia occasione di arrossire davanti agli stessi selvaggi, faccia maledire il nome francese et purtroppo il nome cristiano, renda queste popolazioni già miserabili più miserabili ancora…”.

[11] Louis Massignon (1883-1962), appassionato del mondo arabo, si era messo in contatto con fr. Charles nel 1906, avendone utilizzato Reconnaissance au Maroc per una sua tesi. Senza fede, dopo anni burrascosi e amori più o meno costanti, sia femminili sia maschili, si era convertito in un momento drammatico, durante una ricerca archeologica in Mesopotamia. Riconoscendo, nella preghiera offerta per lui dal fratello del deserto, un contributo decisivo alla sua conversione, aveva iniziato a corrispondere con lui. Per qualche anno fr. Charles intravide in Massignon il compagno desiderato, il “prete per l’Islam”, e cercò di convincerlo interessandolo alle ricerche sulla storia e cultura Tuareg precedente agli Arabi. Massignon, profondamente inquieto, rimase a lungo incerto sul futuro, finché si decise, come si vedrà, per il matrimonio. La relazione con fr. Charles fu di tale importanza  per Massignon, che egli si sentì investito di un ruolo speciale dopo la sua morte, fece di tutto per trasmetterne il messaggio, affidando a René Bazin l’impegno della prima biografia (pubblicata il 14 settembre 1921).

[12] Scriverà a Massignon che don Huvelin è stato cosciente sino alla fine e che le sue ultime parole sono state: Amabo nunquam satis, non amerò mai abbastanza. Le stesse parole riecheggeranno nell’ultima lettera alla cugina il 1* dicembre 1916.

[13] Albert Peyriguère, 1883-1959, a vissuto nel Marocco secondo l’ideale di Charles de Foucauld.

[14] In tutto ha passato all’Assekrem cinque mesi. In seguito l’eremo non reggerà alle intemperie e già nel 1914 sarà in rovina.

[15] Il 7 gennaio 1913, presentando il bilancio del suo lavoro all’editore prof. Basset di Algeri, comunica che ha pronti da copiare: il lessico abbreviato, il lessico dei nomi propri, il dizionario tuareg-francese, i testi in prosa, i testi in versi e i proverbi. Ma aggiunge: “Quanto ho fatto, non fa altro che mostrare quanto ci sia da fare e che resta da fare tutto”.

[16] Sarà un’arma italiana di queste che ucciderà Charles de Foucauld.

[17] Per la prima volta Antoine Chatelard ha pubblicato l’insieme dei documenti, anche inediti,  relativi alla morte di Charles de Foucauld, e per un’informazione oggettiva su queste circostanze, a volte romanzate, rimandiamo al suo libro, LMCF.