Appunti di ritiri in Terra Santa

Charles de Foucauld – Dalle “Lettere e meditazioni”.

[Si consiglia di vedere prima le “Generalità” di questa sezione]

4. Appunti di ritiri in Terrasanta

[Charles visse il primo ritiro dal 5 al 15 novembre 1897, chiuso nella sua capanna dell’orto delle Clarisse di Nazaret, facendo un’approfondita meditazione su Dio, su Gesù e l’Incarnazione, e un’ampia e lucida revisione di vita: sul suo passato di non credente, sulla sua conversione[1],  sulla misericordia di Dio, infine sul suo avvenire.]

6 novembre – Gesù: la sua vita nascosta  – Mio Gesù, che sei così vicino a me, ispirami ciò che bisogna che pensi della tua vita nascosta…

… “Scese con loro, e andò a Nazaret, ed era loro sottomesso”[2]. Scese, sprofondò, si umiliò… fu una vita di umiltà: Dio, apparivi uomo; uomo, costituivi l’ultimo degli uomini: fu una vita di abiezione, scendesti fino all’ultimo tra gli ultimi posti; scendesti con loro, per vivervi la loro vita, la vita dei poveri operai, vivendo del loro lavoro; la tua vita fu come la loro povertà e la loro fatica; erano oscuri, vivesti nell’ombra della loro oscurità; andasti a Nazaret piccola città sperduta, nascosta nella montagna, da cui “niente usciva di buono”[3], dicevano[4]

Più scenderò, più starò con Gesù[5].

Farai in ogni momento quello che Io ti dirò, figlio mio…[6]. Ti devi stabilizzare, sprofondare in questo stato come se ci stessi per sempre e non dovessi mai uscirne… Questo stato è lo stato d’imitazione, la più perfetta possibile, della mia vita nascosta: tutto ciò che penserai che facevo, fallo… Non seguire né San Benedetto, né San Francesco, né San Benedetto Labre, né Sant’Alessio[7] nei dettagli della loro vita, nelle loro pratiche personali né nelle loro regole: seguili nel loro spirito generale che era il mio, lo spirito d’amore di Dio e del prossimo, di povertà, di penitenza, di preghiera, di lavoro, ma non cercare di seguirli in nessuna pratica particolare… Segui me, me solo… Non venire a Betania per vedere me e anche per vedere Lazzaro, vieni per vedere me, me solo… Chiedimi ciò che facevo, “Scruta la Scrittura”, guarda anche ai santi, non per seguire loro, ma per vedere come mi hanno seguito e prendere da ciascuno di loro ciò che penserai venire da me, essere a mia imitazione… e segui me, me solo[8]

Questa vita sarà seguita dalla morte[9]: vorresti quella del martire… Sai che sei vigliacco…, ma sai che puoi tutto in chi ti fortifica[10]. …Chiedilo, mattina e sera, a condizione che sia la mia volontà, il mio più gran bene, la mia più grande consolazione … e abbi fiducia, farò ciò che tu mi chiedi, ciò che mi glorificherà di più. Ma chiedilo, è bene, perché “è il segno del più grande amore di dare la propria vita per chi si ama”[11] ed è perfettamente giusto che desideri darmi il segno “del più grande amore”.

Bisogna tenere a stare a Nazareth? – No, non più che al resto: non tenere a niente, a niente, a niente, se non alla volontà di Dio, a Dio… Devo trovare che è una grande grazia vivere a Nazareth …, ma attaccamento, no: dacché ciò cessasse di essere la volontà di Dio, doveri gettarmi a corpo morto, senza uno sguardo indietro, ovunque e a qualunque cosa la sua volontà mi chiami [12].

[Dal 14 al 21 marzo 1898, in tempo di quaresima, Charles intraprende il cosiddetto “Ritiro di Efrem”, immaginando di essere ad Efrem con Gesù che si prepara alla sua Pasqua, secondo Gv 11, 54, mentre si trova ancora nella sua capanna di Nazareth. Senza schema logico, segue il Vangelo di Luca, con toni di particolare tenerezza.]

Lc 1, 38  “Maria allora disse: Ecco l’ancella del Signore…” – …Pur restando Dio, sono divenuto uomo… O figli miei! Quale lezione di umiltà, di abbassamento, di abiezione… Chi potrà mai scendere altrettanto? … E perché ha voluto scendere? Per amore… Dio ha tanto amato gli uomini che ha voluto dare loro il suo Figlio unico per salvarli… per riscattarli, per essere la loro via, la loro verità e la loro vita…

…Questo amore come è attivo, operante, come è profondo, facendogli superare come di un balzo la distanza che separa il finito dall’infinito e facendogli impiegare per la nostra salvezza questo mezzo estremo, inaudito, l’incarnazione: lui, Dio, Creatore, venire a vivere sulla terra come creatura… …Vedete questa umiltà per il bene degli uomini, e imparate ad abbassarvi per fare il bene, ad andare per primi alle anime come sono andato per primo alle anime… a farvi piccoli per guadagnare gli altri, a non temere di scendere, di perdere dei vostri diritti quando si tratta di fare del bene, a non credere nemmeno che scendendo ci si mette nell’impotenza di fare il bene: al contrario: scendendo si imita, scendendo si impiega per salvare le anime il mezzo che ho impiegato io stesso: scendendo si cammina nella mia via, di conseguenza nella verità e ci si trova nel posto migliore per avere la vita e darla agli altri, perché il posto migliore per questo è la mia imitazione[13]

Lc1, 39  “In quei giorni Maria si alzò e partì in fretta verso la montagna…”  – … Qui, alle anime di silenzio, di vita nascosta, che vivono lontano dal mondo nella solitudine do la loro missione e la loro regola, e dico loro: tutte, tutte, lavorate alla santificazione del mondo, lavoratevi come mia madre; senza parole, in silenzio, andate a stabilire i vostri pii ritiri in mezzo a quanti vi ignorano: portatemi tra loro stabilendo un altare, un tabernacolo, e portatevi il Vangelo non predicandolo con la bocca ma predicandolo con l’esempio, non annunciandolo ma vivendolo: santificate il mondo, portatemi al mondo, anime buone, nascoste e silenziose come Maria mi ha portato a Giovanni: ispirandole la visitazione, vi do a tutte l’ispirazione che deve spingervi, dandole la sua missione, do a tutte voi la vostra[14].

Lc 8,24 – …Figli miei, qualunque cosa vi capiti, ricordatevi che sono sempre con voi…… Non abbiate mai alcun timore, alcun affanno: sono qui, veglio, vi amo (non dubitate più, spero, del mio amore), sono onnipotente… che vi occorre di più? … Bisogna dunque, pur piangendolo, piangerlo moderatamente, conformare la propria volontà alla mia, e passare meno tempo a piangere il passato, che è irrimediabile, quanto piuttosto a supplicare per l’avvenire …. Fiducia! Niente inquietudine! Sono qui, e vi amo! I demoni e gli uomini sono tutti nelle mie mani: nessuno può attaccare la vostra anima né il vostro corpo senza il mio permesso… Ricordatevi del modo in cui ho sostenuto Pietro che camminava sulle acque[15]

Lc 9, 54 ss.– … Siate miti nelle vostre azioni: niente violenza, niente impazienza, niente rabbia … Difendete i vostri fratelli innocenti quando altri fratelli li aggrediscono, e ciò nell’interesse degli uni e degli altri… All’occorrenza, arrivate fino ad uccidere il vostro fratello ingiusto per difendere il vostro fratello innocente … Ma, anche dovendo difendere sempre l’innocente attaccato, e, se necessario, arrivando fino ad uccidere uno o più ingiusti aggressori, oh! quando attaccano voi, non ribellatevi …Lasciatevi come me “tosare e sgozzare senza difendervi e senza lamentarvi”[16]… Oh!, quando attaccano voi, avete una sola cosa da fare, imitare la mia mitezza nella mia passione, lasciarvi spogliare di tutto, colpire, mettere a morte, senza ombra di resistenza, come ve ne darò l’esempio io … sia che vogliano prendere i vostri beni, anche fino all’ultimo indumento, sia che vogliano la vostra vita, lasciatevi fare tutto con mitezza infinita, muta, pregando per chi vi spoglia, vi maltratta, o vi uccide, dicendo tra voi stessi: “Padre mio, perdona loro, non sanno quello che fanno”… Grazie, mio Dio, di permettermi d’imitare così da vicino l’Agnello divino che è stato tosato e sgozzato senza lamenti e senza resistenza… Mio Dio, sia fatta la tua volontà, grazie che la tua volontà si compia in me: la voglio qualunque essa sia; le do il benvenuto, la benedico… Mio Dio ti offro questo istante e tutti quelli della mia vita…, rimetto la mia anima nelle tue mani… Padre mio, glorifica il tuo nome[17]

Lc 11,13 – “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” – Mi avete chiesto più di una volta come bisogna pregare, figli miei, e ve l’ho fatto vedere… La preghiera è il colloquio con Dio, è il grido del vostro cuore verso Dio… Bisogna dunque che sia qualcosa di assolutamente naturale, di assolutamente vero, l’espressione del più profondo del vostro cuore[18]… …La preghiera è ogni conversazione dell’anima con Dio, è più ancora, perché ciò contiene, quello stato dell’anima che guarda Dio senza parlare, unicamente occupata a contemplarlo dicendogli che l’ama con i suoi sguardi, pur essendo muta di labbra e anche di pensiero… …È possibile pregare quasi senza pensare…, ma bisogna sempre che vi sia molto amore, il più possibile di amore. La preghiera migliore è quella in cui vi è più amore… Qualunque sia il genere di preghiera, pura contemplazione, semplice sguardo rivolto su Dio, attenzione silenziosa e amorosa dell’anima a Dio, meditazione, riflessione, conversazione dell’anima con Dio, effusione dell’anima in Dio, preghiere vocali di ogni specie, ecc.… in tutti questi generi e in tutti gli altri, ciò che deve dominare nella preghiera sempre, sempre, è l’amore: qualunque sia il genere di queste preghiere così diverse, che siano mute o cantate, quasi senza pensiero o molto riflettute, ciò che dà loro il loro pregio è l’amore…: per tutti questi generi di preghiera senza eccezione, per tutti i generi possibili resta eternamente vero che la preghiera migliore è quella in cui v’è più amore e che la preghiera è tanto più buona quanto più è amorosa.

Riassumo, figli miei: nella preghiera ciò che voglio da voi è l’amore, l’amore, l’amore[19].

Lc 17, 10 – “Così anche voi quando avete compiuto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo poveri servi…” –  …Dopo aver fatto tutto ciò che dovete, dopo aver seguito tutti i miei esempi e tutti i miei consigli, dite sempre: “Non abbiamo fatto che il nostro dovere: non abbiamo fatto altro che rendere a Dio ciò che è di Dio[20]; non abbiamo fatto che rendere a Dio una parte di ciò che ci ha dato: tutto ciò che abbiamo viene da Dio. …Siamo servi inutili, e servi ben incapaci e miserabili. Mio Dio, non speriamo, dopo tutto ciò che abbiamo ricevuto da te e il poco che ti abbiamo reso, che nella tua infinita misericordia! …”. Sta qui tutto ciò che deve essere il fondo della vostra anima, in tutte le ore della vostra vita… Sta qui questa umiltà che è la verità in cui la vostra anima deve nuotare come nel suo elemento durante il tempo e durante l’eternità…

Queste ultime tre virtù, e le virtù che vi predicano in primo luogo tutte le mie parole e tutti i miei atti, si trovino in voi in ogni tempo della vostra esistenza sulla terra: povertà, preghiera, umiltà[21]; e innanzi tutto amore di Dio e amore di tutti gli uomini[22].

[Don Huvelin sostiene, argina, accompagna, consiglia da lontano il figlio spirituale. Anche per le meditazioni scritte lo consiglia di “scrivere solo i punti principali, l’ossatura, lo schema, omettendo il resto”. È facile lasciarsi andare, “le parole chiamano le parole”. Però, gli scrive il 30 maggio 1899, non dovrà rinunciare mai al Vangelo e alla Scrittura: “si tratta di un alimento essenziale, quindi non lo riduca per nessun motivo”[23].

Il 9 giugno 1899, festa del S. Cuore, Charles de Foucauld termina la Regola degli Eremiti del S. Cuore, chiamati “eremiti” perché, pur vivendo insieme, praticano il silenzio perpetuo. Da questo momento assume ufficialmente il nome di frère Charles de Jésus. Don Huvelin lo esorta ancora una volta a “difendersi dall’agitazione e dai continui ricominciamenti”[24]

Rispetto all’abbozzo del 6 gennaio precedente, viene accentuato l’aspetto dell’essere “salvatori” come Gesù “Salvatore”. Quando, nel ritiro del Diaconato, dal 15 al 23 marzo 1901, rivedrà il suo progetto di vita, gli eremi diventeranno “fraternità”, gli eremiti “Piccoli Fratelli” e la loro carità “universale”[25].

Il 1900 è un anno cruciale, un anno in cui si susseguono i di tentativi di uscire da Nazareth, come quello di fare l’infermiere per pagare un pensionato ad una vedova e permettere al figlio di farsi religioso e subito dopo l’idea di acquistare il monte delle Beatitudini, messo tutt’a un tratto in vendita, e di stabilirvisi come prete-eremita[26]…. Ciò che resterà e sarà determinante è la decisione di farsi prete, e prete per le pecore più perdute.]

[1] Dei diversi racconti della conversione, è il più dettagliato e intimo, oltre che ampiamente citato in biografie e antologie. Gli appunti integrali si trovano in LVN, p. 33-212 (il ricordo della conversione a p. 87-104). Qui vengono ripresi solo pochi brani.

[2] Lc 2, 51.

[3] Gv 1, 46

[4] LVN, p. 51.

[5] Alla fine della meditazione precedente, nelle Risoluzioni a p. 60.

[6] Fa parlare il Signore.

[7] Benedetto Labre e Alessio erano diventati suoi modelli a partire dall’ultimo breve periodo come trappista a Roma.

[8] LVN, p. 105

[9] Brano a p. 107-108, tratto dal Capitolo intitolato Il mio avvenire sulla terra, la mia morte, il giudizio, il cielo o l’inferno, p. 104-110. Qui, come nella maggior parte delle meditazioni personali, scritte per se stesso e non per la pubblicazione, fa parlare Gesù. Il suo interlocutore, nella preghiera, di solito è Gesù, suo fratello, suo Signore, suo Dio.

[10] Cf. Fil 4, 19.

[11] Gv 15, 13.

[12] LVN, p. 212.

[13] UP, p. 16-18.

[14] UP, p. 21.

[15] UP, p. 57-58.

[16] Is 52,13- 53,12.

[17] UP, p. 77-79. Come fa notare una nota al testo a p. 145, la pagina acquista un rilievo particolare se riferita alle circostanze della morte di fratel Charles, il 1° dicembre 1916. In questo periodo è forte il richiamo del martirio, senz’altro per il ricordo recente del massacro degli Armeni, come già ricordato nelle pagine precedenti.

[18] UP, p. 92. Insiste poi a lungo sull’unica preghiera di richiesta che riassume tutte le richieste possibili: Sia fatta la tua volontà!  (p. 93-98). Quindi guarda la preghiera “in senso più largo”. Si tagliano le numerose ripetizioni e parafrasi.

[19] UP, p. 98-101.

[20] Mt 22,21; Mc 12, 17; Lc 20, 25.

[21] Su povertà e preghiera ha scritto nelle pagine precedenti.

[22] Il Ritiro di Efrem si interrompe su queste parole.

[23] Lettera del 30 maggio 1899, in LAH, p. 100.

[24] LAH, p. 101.

[25] Cf. Règlements et Directoire, Nouvelle Cité, Montrouge 1995.

[26] Cf. LAH, p. 108-113 e 113-121.

 

 

 

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